29 Dicembre 2019 - 4 Gennaio 2020

Viaggio Lazio e Campania

Incontra, scopri e lasciati coinvolgere.

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Viaggio Rotondo in Lazio e Campania

Riassumere un viaggio di 7 giorni in un solo post non è affatto facile in generale. Si aggiunga la difficoltà maggiore di descrivere un itinerario che taglia l'appennino dall'Adriatico al Tirreno e continua verso sud, contrapponendo costantemente paesaggi di mare, monti, città storiche e isole. No, non ce la posso fare. Non dilungarsi in descrizioni estasiate delle meraviglie che ancora, al ricordo, mi riempiono gli occhi sarebbe impossibile.

Ho deciso che il mio diario di viaggio sarà molto più sintetico, in maniera da non annoiare il lettore, ma conterrà certamente alcune informazioni di viaggio, basate sulla nostra esperienza, utili a chi voglia andare a scoprire questa zona d'Italia.

Il nostro viaggio inizia alle 8:00 di domenica mattina, a bordo di un pulmino otto posti guidato dal nostro Colonnello e autista implacabile Pietro. Caricati zaini e persone, il gruppo di “Rotonders” composto da me, il già citato Pietro, Giovanni, Federica, Valentina, Carolina si appresta a prendere la via verso l'Appennino. Prima tappa a Todi, bella cittadina umbra che sicuramente rivisiteremo quest'anno nel nostro LaPallaRotonda goes to Umbria (tenetevi aggiornati sugli eventi), evitando magari di prendere le brioches salate nel bar della piazza centrale. Salate in tutti i sensi! Dopodiché entriamo in Lazio, e da qui parte il diario del Viaggio Rotondo dell'inverno 2019-2020.

DOMENICA 29 DICEMBRE

Cosa abbiamo visto

Lago di Corbara: un invaso con la sua imponente diga sul Tevere. Luogo suggestivo ma che non spicca certo per pulizia, specialmente in certi tratti del lungo lago.

Civita di Bagnoregio: castello favoloso che non ha bisogno di presentazioni. Una città sospesa tra i calanchi, peculiarità geologica che personalmente reputo ancor più attraente della città stessa. Un bellissimo alternarsi di conformazioni rocciose, un luogo che richiede un grande sforzo di fantasia per immaginarvi un accesso nell'antichità. Eppure è lì. Si dica che muoia ma certamente non per assenza di turismo.

Cosa ci siamo persi, per esigenze di tempo

Orvieto, Tarquinia, Civitavecchia.

Mangiare

A Bagnoregio, fuori dalle mura di Civita, ci ha stupito la macelleria del corso principale: tavoli al coperto, panini con porchetta o salumi ottimi a prezzi contenuti.

Dormire

Ostello Santa Severa, dentro l'omonimo castello: location eccezionale e prezzi bassi considerando che si è comunque dentro un castello del XIV secolo. La cucina e la sala comune dispongono di tutti i comfort per cenare insieme e rilassarsi dopo una lunga giornata di escursioni.

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LUNEDI 30 DICEMBRE

Il gruppo si arricchisce di una presenza fondamentale: infatti ci raggiunge Cinzia, un'amica che vive a Roma e che ho conosciuto al Cammino delle Terre Mutate tre anni fa. E' un membro molto attivo dell'APE (Associazione Proletari Escursionisti) di Roma che spesso organizza trekking e weekend straordinari in molti luoghi del centro Italia. Cinzia sarà la nostra guida per i prossimi due giorni.

Cosa abbiamo visto

Santa Severa: il risveglio all'alba mi ha permesso di uscire dal castello e scendere in spiaggia a godermi una panorama dal cromatismo incredibile: sole rosso fuoco che sale dal mare (una rarità sul lato tirrenico), profilo del castello, montagne all'orizzonte.

Barbarano Romano: cittadina posta, quasi aggrappata, ad un ripiano tufaceo a forma di cuneo. Da qui parte il sentiero che porta alla necropoli di San Giuliano

Parco Marturanum: un'area di oltre 1200 ettari di territorio modellato dall'attività vulcanica che millenni fa ha depositato il tufo rosso a scaglie nere nel quale sono state costruite le tombe etrusche. Non è soltanto la necropoli a destare stupore, anche la natura, selvaggia in molti punti, in questo itinerario all'interno di forre e rilievi si mostra in tutto il suo splendore. Di per sé sarebbe un luogo dallo straordinario valore turistico ma, vuoi perché l'Italia è piena di ogni tipo di bellezza, vuoi per la presenza della vicina necropoli di Cerveteri, vuoi per incapacità di valorizzarlo, rimane un sito semisconosciuto.

Monterano: una vera e proprio città fantasma sulla cima di un colle. Popolata fin dall'età del bronzo e centro molto attivo nel medioevo. Dal Convento di San Bonaventura la vista sul tramonto è impagabile. Mi sono addentrato in solitaria nelle vie dell'abitato, o meglio di quel che ne rimane, e ho provato ad immaginarmi come si doveva vivere allora in questo luogo sperduto. Mi sono anche soffermato ad ammirare con assoluto stupore il palazzo ducale con la Fontana del Leone del Bernini, opera che, situata in un altra zona del mondo, attirerebbe milioni di visitatori, ma che qui è quasi normale incontrare in un'anonima collina della ricchissima campagna laziale.

Cosa ci siamo persi

Cerveteri: il parco archeologico e le cascatelle.

Mangiare

Pranzo al sacco e per cena la deliziosa carbonara di Cinzia. Bisogna che sentiate lei se la volete provare!

Dormire

Ostello Santa Severa

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MARTEDI 31 DICEMBRE

A metà giornata ci ha lasciato Cinzia, che avrebbe raggiunto i suoi amici di APE a Cusano Mutri, nel Parco del Matese. In compenso si sono unite a noi altre due Rotonders: Michela e Doriana.

Cosa abbiamo visto

Circeo: la salita sul promontorio è un'esperienza che unisce lo sforzo fisico all'appagamento per i sensi quando si raggiungiono i punti panoramici dove lo sguardo si fa largo tra la vegetazione e può spaziare a 360 gradi. Coccolati dal sole ci siamo goduti il nostro ultimo pranzo del 2019 contemplando l'orizzonte.

Faro di San Felice al Circeo: al di là della vista sul mare e sulle isole di questo tratto di Tirreno, la nostra sosta è stata impreziosita da una coppia emiliana che, quando ci ha visto aprire gli zaini per rifocillarci su una terrazza a due passi dal faro, ha iniziato ad offrirci qualsiasi tipo di formaggio: dalla bufala, alla ricotta, alla crema di parmigiano fatta in casa. E' iniziata così la mia overdose da latticini che in serata verrà ancor più esasperata.

Cosa ci siamo persi

Terracina: Tempio di Giove Anxur.

Mangiare

Cena di capodanno al ristorante Il Bivio, poco fuori Monte San Biagio. Ci siamo fatti convincere dall'abile cameriere a provare più o meno tutto. Già all'antipasto saremmo stati pieni e soddisfatti, ma poi sono arrivati anche tre tipi di carni alla brace, inclusa la famigerata salsiccia monticelliana, e così si è fatta la mezzanotte senza mai essersi alzati da tavola. Il responso sul locale è: cibo ottimo, location comoda da raggiungere, pulito ed ordinato, staff molto gentile, prezzo più che accettabile. Consiglio a piè di pagina: se fate decidere loro cosa portarvi, probabilmente ne uscirete rotolando, come ho fatto io!

Dormire

B&B Virginia a Monte San Biagio. 30 euro spesi per dormire la notte di capodanno in un posto molto ben curato e comodo sono una cifra più che ragionevole. Colazione straordinaria inclusa nel prezzo: già da sola valeva almeno la metà del costo del soggiorno.

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MERCOLEDI 1 GENNAIO

Cito di nuovo la colazione del B&B Virginia e la suprema torta di mele della signora... dolce modo di iniziare l'anno!

Cosa abbiamo visto

Monte San Biagio: un comune del Lazio meridionale il cui castello e borgo sorgono sulla cima di un colle che domina la valle a apre la vista sul Lago di Fondi, in primo piano, e sul mare, all'orizzonte. Anticamente chiamato Castellum Monticelli, per via dei signori che lo possedevano, racchiude un agglomerato di abitazioni nei cui vicoli vale la pena perdersi con lentezza e gustarne le particolarità di ogni angolo.

Monti Aurunci: un gruppo montuoso appartenente all'Antiappennino laziale. Noi abbiamo percorso il sentiero dei pellegrini che porta dal rifugio Pornito alla Cima del Redentore (1252 m), spalla meridionale del monte Altino. La salita è segnalata benissimo e messa in sicurezza da una staccionata in legno. Il panorama è qualcosa di unico: da Gaeta, al lungomare di Formia, al monte Faito, il Vesuvio, Ischia e Capri. La sorte ci ha assistito nell'offrirci una giornata con poco vento e un bellissimo sole che ci ha scaldato nella sosta pranzo di fianco alla statua in bronzo del Redentore. Da segnalare anche l'eremo incastonato nella roccia dedicato a San Michele Arcangelo, vicino al quale una recente fioritura di crochi ci ha regalato una piacevole sfumatura cromatica.

Cosa ci siamo persi

Gaeta, Sperlonga.

Mangiare

Pranzo al sacco e cena cucinata da noi in appartamento, a base di verdure cotte e mozzarelle di bufala prese, quasi a tradimento, da Pietro in uno dei tanti caseifici della zona.

Dormire

Il Lisandro Wine Resort è un'azienda che produce vino, ma anche un caseggiato con una bellissima cantina e degli appartamenti eccellenti. Noi avevamo tre appartamenti in otto e, con una spesa individuale piuttosto bassa, abbiamo trovato ambienti nuovissimi, ordinati, accoglienti, caldi e spaziosi. Il camino c'è in ogni appartamento e la direzione è stata gentilissima a fornirci della legna per utilizzarlo su nostra richiesta. Abbiamo passato due splendide serate di relax, anche se purtroppo non abbiamo avuto tempo di provare la cantina... ci toccherà tornare!

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GIOVEDI 2 GENNAIO

Abbiamo salutato Giovanni e Federica che sono tornati ai loro doveri lavorativi ma abbiamo trovato la nostra amica “local”, Giulia. Lei ci ha fatto conoscere due guide escursionistiche che ci hanno accompagnato in una bella escursione nella zona di Piedimonte Matese: Giovanni e Alfredo.

Cosa abbiamo visto

Piedimonte Matese: è un abitato in provincia di Caserta che sorge ai piedi dei monti del Parco del Matese, esattamente i monti Cila (677m) e Muto (1037). E' una città che ha vissuto un periodo di grande importanza strategica nel Medioevo, pertanto la parte antica rimane arroccata su un'altura, mentre nella valle si estendono i caseggiati di più recente costruzione. La parte alta della città ha qualcosa di profondamente malinconico, soprattutto per quello che riguarda lo stato di abbandono di alcuni edifici anche di importanza storica. La nostra guida Giovanni ci racconta del tentativo della sua e di altre associazioni di ripristinare all'uso alcuni edifici, partecipando a dei bandi per la riqualificazione delle aree urbane. Di notevole interesse a Piedimonte sono le forre createsi dai corsi d'acqua che, dal Lago del Matese, scendono ad alimentare fiumi come il Volturno e il santuario di Santa Maria Occorrevole, il cui campanile spicca da molti punti della vallata.

Cosa ci siamo persi

Lago del Matese.

Mangiare

La sosta merenda in uno dei bar di Piedimonte Matese con Giovanni e Alfredo è stata qualcosa di memorabile. Ad ogni bevanda richiesta, dalla cucina partivano dei taglieri di ogni genere. Più che una merenda è stata una cena!

Dormire

Di nuovo al gradevolissimo Lisandro Wine Resort

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VENERDI 3 GENNAIO

Cosa abbiamo visto

Gole di Lavello: un gran bel canyon scavato dal fiume Titerno nella roccia calcarea. Si trovano al confine tra Cusano Mutri e Cerreto Sannita: si parcheggia comodamente all'imbocco di una strada asfaltata chiusa al traffico che si può comunque percorrere a piedi per meno di un km e si raggiunge il sentiero che fa il giro della gola, utilizzando due ponti di legno. Nostro malgrado il giro è diventato un vai e torna poiché uno dei ponti era crollato per una recente piena del torrente. Le gole sono di per se molto suggestive, e il percorso a piedi permette di raggiungere anche alcune grotte poco più in alto risalendo nel bosco di una cinquantina di metri. La mia grande delusione deriva dal fatto che tutto l'alveo del fiume sia cosparso dai rifiuti gettati a monte e trasportati a valle dalle correnti. Uno scempio che fa male al cuore me che, fortunatamente, è stato preso a cuore da alcune associazioni locali di cui vi parlerò a breve.

Brasseria del Matese: un birrificio artigianale gestito da una giovane coppia del luogo. Un bellissimo progetto di produzione di birra usando le materie prime degli agricoltori della zona. Marino ci invita nel piccolo laboratorio e ci mostra tutto il processo produttivo con grande passione e cura dei particolari. Il momento della degustazione è accompagnato con alcune pizze che hanno preso al panificio del paese. L'associazione di cui fa parte Marino si occupa di escursionismo, canyoning e attività all'aperto varie, ma anche di salvaguardia del territorio: periodicamente organizzano infatti delle giornate di pulizia dei torrenti dai rifiuti. E' una battaglia difficile, ci dice, perché il problema è che si dovrebbero cambiare prima le coscienze dei cittadini.

Podere Veneri Vecchio: la nostra amica Giulia aveva un'ultima grande carta di ospitalità da giocare e direi che ha superato ogni nostra aspettativa. Suo padre, Raffaele, ci ha accolto nel casolare di campagna dove vengono prodotti i Vini Naturali con il recupero di antichi vitigni autoctoni, alcuni dei quali coltivati solo nel piccolo areale di Castelvenere(BN). “L'approccio è quello di concepire un'agricoltura svincolata dall'uso della chimica e della tecnologia”, ci ha raccontato. Una bella visita nella vigna, in cui ci ha spiegato le differenze tra i vari metodi di agricoltura dei vitigni e di come usi le erbe spontanee e le piante officinali per contribuire a rinforzare le difese immunitare della vite. Poi, dopo un breve passaggio dentro la cantina, siamo risaliti in casa dove Raffaele ci ha salutato e noi abbiamo organizzato la nostra permanenza per la notte ma soprattutto la cena a base di carne alla brace, caciocavallo impiccato e dei vini naturali del Podere. Solo al pensiero vorrei tornare subito davanti a quel camino a sorseggiare il mio rosso preferito e vedere il caciocavallo che si scioglie sul pane grigliato, mentre il povero Pietro si immola davanti al fuoco.

L'epilogo perfetto di un viaggio stupendo, che ci ha visto veramente entrare dentro i territori che abbiamo visitato. Così bello che a giugno si medita un ritorno nel Matese.

Cosa ci siamo persi

Visita a Cusano Mutri, Monte Mutria.

Mangiare e dormire

Podere Veneri Vecchio, ma noi eravamo raccomandati. Per ricevere lo stesso trattamento dovete venire con noi, o farvi amica Giulia.

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