Pieia | Piobbico
VIA DEL NERONE
Pieia | Piobbico
DOMENICA 18 SETTEMBRE 2020
Ritrovo a Piobbico e spostamento in auto fino a Serravalle di Carda, dove parte il nostro cammino per questioni logistiche, anche se la tappa vera e propria inizierebbe a Pieia.
Una splendida giornata autunnale, limpidissima e con un bel sole che salendo inizia a riscaldare il crinale della montagna su cui ci accingiamo ad incamminarci. Attraversiamo la frazione di Serravalle di Carda sotto lo sguardo curioso della manciata di abitanti indaffarati nelle loro attività. Tutti ci salutano e ci augurano buon cammino mentre, uscendo dall'abitato, prendiamo il sentiero che porta alla Cascata della Cornacchia e poi al Fosso di Trilla. E' un sentiero non particolarmente agevole e non adatto a chi soffre di vertigini poiché il crinale degrada ripido verso il fondo valle, tuttavia concede dei punti panoramici assolutamente fantastici, specialmente in corrispondenza della forra della Cornacchia e dell'omonima cascata.
Impieghiamo più di un'ora a compiere questi due chilometri che ci portano alla strada bianca che, salendo da Pieia, conduce alla vetta del Monte Nerone.
Il Percorso
A Pieia si imbocca la strada carrabile in direzione Sud-Est che, dopo qualche centinaio di metri, svolta a destra iniziando una costante salita a tornanti passando in mezzo alle due pittoresche propaggini in roccia denominate Sasso della Rocca e Sasso del Re. Si sale a questo punto tra strada bianca e sentiero, seguendo i contrassegni su alberi e rocce e le indicazioni (poche a dire la verità) del Sentiero Italia. In poco meno di due ore di salita a tratti piuttosto ripida ma mai pericolosa si raggiunge il valico tra il Monte del Pantano e la Montagnola, con le antenne del Monte Nerone ben visibili sulla sinistra e a pochi minuti di cammino, per chi volesse fare una deviazione di percorso.
Dal valico si continua a destra per la strada asfaltata che entra nel bosco e dopo circa trecento metri è ben visibile l'imbocco del sentiero 208 che scende verso Bacciardi.
La discesa inizia nel bosco ma ben presto si apre la vista su tutta la valle con lo sguardo che spazia fino al mare regalando un panorama unico. Questo punto, denominato Ranco Moro, richiede particolare attenzione poiche si scende su un tratto di roccia, mai troppo strapiombante ma in cui comunque è necessaria una certa cautela. Il tratto seguente è caratterizzato da un lungo pratone che scende ripido fino al bosco impegnando non poco ginocchia e caviglie. Giunti al bosco la discesa si fa ben più piacevole e in poco meno di un'ora si raggiunge lo splendido abitato di Baciardi, dove ci si può rifocillare in pace nella piccola piazza del paese in cui è stata saggiamente posta una fontanella.
Da Bacciardi si scende per una manciata di minuti su un terreno argilloso, con tratti insidiosi nei periodi più umidi, fino al Fosso dell'Eremo e ai suoi molteplici guadi che lo rendono uno dei sentieri più suggestivi e piacevoli da affrontare in estate. Si tarda circa un'ora dalle rovine dell'antico mulino a raggiungere l'eremo di Morimondo e la falesia amatissima dai climbers, dopo della quale ci si trova abbastanza velocemente sulla statale che porta a Piobbico. Si attraversa il ponte e si prende un sentierino che in quindici minuti raggiunge il Castello dei Brancaleoni concedendo un'ultima affascinante cartolina di questa lunghissima tappa che attraversa quasi tutti gli ambienti di montagna: forra, bosco misto, faggeta, cresta, castelli, eremo, torrenti, cascate.
Il nostro cammino
Una volta imboccato il Sentiero Italia dopo il Fosso della Trilla, lo scenario cambia completamente ed entriamo ben presto nella magia del Monte Nerone. Questo versante, col la piccola valle sottostante dove si trova l'abitato di Pieia, è ricco di bellezza da ogni punto di vista. Ci facciamo allora affascinare dagli speroni di Sasso del Re, Sasso della Rocca, dalle pareti del Cambusone e del Barcone, con la vista che spazia in direzione sud-est, dal Monte Cucco agli altri monti dell'Umbria. In una giornata come questa, dove il sole splende alto ma le vallate in lontananza sono ancora coperte dalla foschia, camminare riempie gli occhi e la salita, seppur impegnativa, passa senza destare troppi scompensi. Una volta raggiunto il valico sulla cresta del massiccio del Nerone ci godiamo una sosta per una meritata merenda al sacco. Il vento e una nuvola che copre quelli che erano riscaldanti e fondamentali raggi di sole, ci spinge a ripartire velocemente e imboccare il sentiero che scende fino a Baciardi. Dapprima lo stupore poiché, una volta usciti dalla faggeta, il panorama si apre a perdita d'occhio e consente di apprezzare tutta la valle della nostra bella provincia, fino a toccare anche l'anconetano e la Romagna. Si scende puntando dritti il Montiego e la Balza della Penna, posti però sull'altro lato del fiume Candigliano. La vista è straordinaria ma l'attenzione deve essere rivolta più che altro a dove si mettono i piedi, poiché il terreno è scivolosissimo, sia sui passaggi su pietra che sul pratone. Fino a raggiungere il bosco si scende dritto per dritto, facendo grande fatica, scivolando anche alcune volte in un clima però sempre gioviale poiché il percorso non ha elementi di pericolosità. Accogliamo con grande sollievo l'ingresso nel bosco che, con una discesa a svolte e ben più comoda, ci accompagna fino all'abitato di Baciardi in poco meno di un'ora. Qui sostiamo per un'ultima pausa merenda approfittando della fontanella posta nella piazzatta centrale.
Il percorso non finisce di stupire, perché la discesa al Fosso dell'Eremo, con i suoi innumerevoli guadi del torrente, è qualcosa di straordinario. Siamo un po' stanchi dopo ormai sette ore di cammino e forse apprezziamo meno del dovuto questo luogo eccezionale. Un ambiente ricco di storia, dove il torrente ha scavato un fosso facendosi largo tra le lastre di roccia calcarea alternando tratti selvaggi di guadi continui a piccole radure, un paradiso per gli amanti della fauna selvatica che qui si può incontrare spesso... a patto che si sia da soli e silenziosi!
Una volta usciti dal Fosso dell'Eremo, il piacevole sentiero verso Piobbico segue il fiume Candigliano fino a portarci al magnifico Castello dei Brancaleoni e dentro il borgo, dove ci attende un'ottima merenda a base del tipico crostolo ripieno di ogni ben di dio, coccolati dal bar Il Cantuccio.
MANGIARE E DORMIRE
Il Cantuccio Via Santa Maria in Val D'Abisso, 6, 61046 Piobbico PU.