Pesaro | Fano | Villa del Prelato | Mombaroccio.
VIA DEL MARE
Pesaro - Fano - Villa del Prelato
SABATO 25 GENNAIO 2020
Finalmente si parte! Dopo mesi di progettazione la nostra avventura ha inizio. Il meteo decide di farci esordire sotto la pioggia anche se, per essere pieno inverno, le temperature si mostrano abbastanza miti. I pochi camminatori non intimiditi dalle condizioni meteo si ritrovano alle 10:00 del mattino al parcheggio della stazione di Pesaro. Mentre sto raggiungendo a piedi il punto di ritrovo mi imbatto in Gabriele che, da Rimini col un furgone nove posti, ci ha raggiunto e sarà un importante asset logistico per la due giorni. Insieme raggiungiamo Francesco, Puppi, Benedetta, Simona e ci mettiamo in marcia.
Il Percorso
Attraversare il centro di Pesaro seguendo il decumano di origini romane è un percorso che permette di vedere il Teatro Rossini, Piazza del Popolo con la sua fontana e i palazzi Ducale, Baviera e Comunale, Palazzo Gradari, la Casa di Rossini e la Cattedrale, unico esempio relativamente integro di architettura romanica nella città. Una piccola deviazione per ammirare la vicina Rocca Costanza, costruita nel XV secolo da Costanzo Sforza, e si riprende la via verso il mare all'altezza della Grande Sfera, opera del celebre artista Arnoldo Pomodoro, chiamata più comunemente la Palla del Pomodoro.
Una volta raggiunta la spiaggia il percorso di questa prima lunga tappa segue una via retta e pianeggiante fino a Fano, per una decina di chilometri tra gabbiani, piccole baie, sculture fatte con gli alberi trasportati a riva dalle mareggiate, una nebbia che avvolge e da una bella percezione di isolamento. Non fosse per la linea ferroviaria che scorre di fianco sembrerebbe di essere fuori dal mondo civilizzato. Camminando ci si può facilmente immaginare come potrebbe essere stato questo posto in antichità, col monte Ardizio alle spalle e le sue pendici che si congiungevano direttamente con la spiaggia.
Arrivati a Fano, il primo impatto con la città sono le casette dei pescatori sul molo che, insieme al faro, al canale e al piccolo porto creano un'armonia paesaggistica che desta un certo stupore, specialmente con i colori del tramonto estivo. Fano è tutta una perla sul mare Adriatico. La città della fortuna (Fanum Fortunae) per i romani, forse per commemorare la vittoria della battaglia del Metauro contro l'esercito di Asdrubale, è stata per secoli uno dei punti più importanti della via Flaminia che da Roma raggiungeva Rimini. A differenza di Pesaro, la conservazione dei beni culturali a Fano è stata maggiore, a partire dalla cinta muraria che si nota subito nel cammino che dal molo porta fino alla Rocca Malatestiana e al Bastione Sangallo. Si passa anche per il bellissimo palazzo Malatestiano, sede del Museo Civico, per la monumentale ex Chiasa di San Francesco e si esce dal centro storico dall'Arco di Augusto, notando davanti a se la cinta muraria della città medievale, più estesa rispetto a quella romana.
Si lascia Fano superando il canale Albani e la sua bella fauna composta da cigni, oche, anatre... e nutrie, si prende la strada che porta verso le colline, lasciandosi alle spalle anche la periferia della città. Dopo un'ora su pista ciclabile fino all'abitato di Fenile, inizia la salita su strada carrabile ma dissestata sul Monte Castagneto, luogo in cui, ben nascosti da un bosco di cipressi e pini, si nascondono le due Ville del Prelato e l'adiacente chiesa. Queste colline hanno tanto da offrire al visitatore, infatti affianco alla Villa Bassa del Prelato si trovano da un lato la cantina Crespaia, i cui vigneti e oliveti impreziosiscono il paesaggio, dall'altro lato l'azienda agricola Terramare.
La Villa del Prelato e la Cena
Nel frattempo il gruppo di camminatori è aumentato: ci hanno raggiunto Jabel e Belen. Il primo è un musicista gambiano, un “griot”, depositario della storia della sua tribù che racconta pizzicando le corde della kora. La seconda è la creatrice di quasi tutto quello che riguarda la comunicazione di questo progetto del Cammino della Provincia, dal logo, alla credenziale, ai video e le grafiche degli eventi.
Dopo 6 ore di cammino con un paio di brevi soste, 24,4 chilometri e 200 metri di ascesa complessiva raggiungiamo la Villa del Prelato dove troviamo ad attenderci le preziosissime Stefania e Sara, con la tavola imbandita di cibo ed una buona bevanda calda. Il piccolo gruppo di camminatori può così rifocillarsi e rilassarsi, in attesa della serata. Intanto iniziano ad arrivare altre persone dell'associazione e parte l'efficiente macchina dei preparativi: chi fa a mano le tagliatelle e la pizza, chi il sugo, chi sistema la tavola dell'aperitivo, chi accompagna il tutto con un po' di musica live. A cena siamo più di cinquanta, ma prima di iniziare decidiamo di dare spazio ai ragazzi dell'azienda Terramare e Shayle della cantina Crespaia perché ci raccontino qualcosa in più sulle loro realtà. La serata tra ottimo cibo, chiacchiere e musica va avanti fino alle due di notte, dopodiché sfiniti e contenti ce ne andiamo a letto a riposare in vista della seconda tappa.
Produttori Locali
Mangiare e Dormire
Villa del Prelato – Loc. Centinarola. Coop. Generazioni.
VIA DELLO SPIRITO
Vila del Prelato - Eremo di Montegiove - Mombaroccio
DOMENICA 26 GENNAIO 2020
Ci svegliamo con calma alle 9 del mattino e troviamo il giardino di fronte alla nostra casa piena di scout in attesa di iniziare le loro attività. Mentre facciamo colazione ci raggiungono Andrea e Gina che saranno nostri compagni di viaggio nella tappa odierna fino a Mombaroccio. Il tempo per salutare la ragazza della Cooperativa Generazioni, che detiene la gestione delle due ville, e imbracciamo gli zaini alla volta dell'Eremo di Montegiove. Qui ci attendono i frati dell'ordine camaldolese che ci racconteranno tante interessanti curiosità sulla struttura.
Il Percorso
Si abbandonano le splendide Ville del Prelato, fatte costruire attorno al 1780 da Mons. Francesco Castracane conosciuto come “Il Prelato” e oggi proprietà del Seminario Vescovile San Carlo di Fano, e la strada procede passando davanti alla Cantina Crespaia per poi scendere e risalire attraverso una carrabile brecciata e un sentiero fino all'Eremo di Montegiove. Qui una visita è obbligata, sia per l'incanto del luogo sia per il panorama che si può vedere dal suo balcone: Fano e il mare Adriatico, fino al Conero nelle giornate più limpide, da una parte; la Valle del Metauro e le creste appenniniche con i Monti Catria e Acuto a svettare su tutti dall'altra. L'antica farmacia e la chiesa sono aperte al pubblico e, contattando i disponibilissimi frati camaldolesi che vi risiedono, si possono visitare il refettorio, le casette degli eremiti e la biblioteca.
Si abbandona a malincuore l'Eremo di Montegiove e si prende la strada che porta al piccolo abitato di San Cesareo. Da qui in poi sarà un susseguirsi di morbidi sali scendi per strade sterrate e sentieri appena percettibili che costeggiano i campi coltivati, fino a raggiungere un incrocio in cima al colle che precede quello in cui si posa Villagrande di Mombaroccio. Da qui si può scorgere in secondo piano anche il castello di Mombaroccio, mentre sulla sinistra si trovano un monte coperto dal bosco e un campanile che spunta fuori: è il Beato Sante.
La strada che porta alla destinazione di questa seconda tappa costituisce il massimo sforzo fisico della giornata, poiché si scende per due volte e per due volte si risale per una strada che sembra non finire mai, ma che regala anche qualche gioia naturalistica come la Sorgente della Madonna del Pontaccio e il bosco che la circonda. Si entra nel castello dalla Porta Marina, scegliendo poi se costeggiare le mura oppure entrare per la via che conduce direttamente alla piazza Barocci e al Palazzo del Comune, per poi riuscire dalla imponente Porta Maggiore.
Mangiare e Dormire
La Bottega del Borgo.